UNI 11337

La normativa italiana sul BIM

La principale normativa che guida e stardardizza i processi BIM in Italia è la Norma UNI 11337: si compone di diverse parti, non tutte ancora pubblicate, e affronta molti degli aspetti caratteristici dell'approccio BIM.

La norma UNI 11337

La normativa UNI 11337 rappresenta il principale strumento di regolamentazione in ambito BIM in Italia. L’UNI 11337 è una norma volontaria, questo significa che è fondamentalmente un quadro di riefrimento per stabilire degli standard a cui i diversi professionisti possono appoggiarsi per affrontare le diverse problematiche in ambito BIM
Come tutte le norme UNI e ISO si può trovare sul sito UNI.com ma è a pagamento anche la sola consultazione.

L’intera norma si compone di diverse parti:
parte 1: Modelli, elaborati e oggetti informativi per prodotti e processi
parte 2: Criteri di denominazione e classificazione di modelli, prodotti e processi
parte 3: Modelli di raccolta, organizzazione e archiviazione dell’informazione tecnica per i prodotti da costruzione (schede informative digitali per prodotti e processi)
parte 4: Evoluzione e sviluppo informativo di modelli, elaborati ed oggetti
parte 5: Flussi informativi nei processi digitalizzati
parte 6: Linea guida per la redazione del capitolato informativo
parte 7: Requisiti di conoscenza, abilità e competenza per le figure coinvolte nella gestione digitale dei processi informativi
parte 8. Processi Integrati di Gestione delle Informazioni e delle Decisioni
parte 9. Gestione informativa in fase di esercizio
parte 10. Linee guida per la gestione informativa digitale delle pratiche amministrative

Attualmente le parti 2, 8, 9 e 10 non sono ancora state pubblicate.
Il codice degli appalti prevede che le metodologie informatiche moderne siano obbligatorie per gli appalti pubblici per importi via via inferiori nei prossimi anni, tuttavia l’indicazione sulle tipologie di questi strumenti e metodologie richieste sono del tutto generiche e prevedono principalmente la possibilità di assegnare punteggi premianti.

^


Information flow

Nella parte 5 e nella parte 6 viene affrontato il flusso di informazioni relativo all’assegnazione di una commessa.
Nel Capitolato Informativo CI (Employer’s information requirement EIR) il committente illustra tutte le caratteristiche del lavoro da svolgere e indica le richieste minime da soddisfare.
Gli offerenti interessati redigono le loro Offerte per la Gestione Informativa oGI (Information management bid) nelle quali illustrano modi e metodi in cui intendono soddisfare le richieste della CI ed, eventualmente, migliorarle ulteriormente.
Il committente, valutando le diverse oGI, ne seleziona una assegnando il lavoro all’offerente che diventa affidatario vincente.
L’affidatario, in collaborazione con il committente, trasforma la sua oGI nel Piano per la Gestione Informativa pGI (Information management plan), lo strumento tecnico esecutivo che farà da riferimento vincolante per tutta la realizzazione del lavoro.

Nonostante il committente possa essere molto specifico nelle sue richieste esposte nel CI, resta all’offerente la libertà di proporre, nella sua oGI, i modi, metodi e strumenti che ritiene idonei per soddisfare al meglio le richieste della commessa (ad esempio il livello di LOD per ogni disciplina/fase). La redazione dell’oGI è quindi estremamente importante perché diventerà il vincolo su cui redigere poi il pGI con le specifiche delle lavorazioni da garantire al committente: proporre livelli troppo alti di lavorazione in sede di oGI per vincere la gara di appalto può essere poi controproducente in sede di esecuzione dell’opera per la quantità eccessiva di lavoro da garantire.
Nonostante l’UNI 11337 sia piuttosto chiara infatti nell’illustrare come vadano compilati correttamente i diversi documenti e il tipo di informazioni che dovrebbero contenere, non standardizza mai i contenuti stessi, lasciando la piena libertà a committente/offerente di valutarli caso per caso.

Come si può notare dai nomi dei documenti e dalle linee guida per la loro redazione tutta la normativa UNI 11337, perfettamente in linea con l’approccio BIM, si occupa del flusso di informazioni in modo complessivo e generico, non limitatamente a disegni, modelli 3D o tavole di progetto: questo rende il mondo del BIM così interessante e contemporaneamente complesso.

Il CI, l’oGI e il pGI sono documenti critici per lo svolgimento del processo informativo e sono di competenza diretta del BIM manager (sia del committente sia dell’offerente/affidatario). Le altre figure professionali coinvolte nel processo informativo (BIM coordinator, BIM specialist e CDE manager) sono comunque tenuti a collaborare con il BIM manager per gli argomenti specifici di loro competenza.

^


I LOD

La parte 4 della norma UNI 11337 affronta la qualità e quantità delle informazioni relative alle diverse fasi del processo informativo.
L’idea di fondo è che le informazioni crescano di quantità, qualità e stabilità via via che il processo si sviluppa nelle varie fasi.

Processo informativo delle costruzioni
programmazione
0 Esigenziale > 1 Fattibilità e sostenibilità
progettazione |
2 Funzionale spaziale > 3 Autorizzativa > 4 Tecnologica
| produzione
5 Esecutiva > 6 Collaudo e consegna
> esercizio
7 Gestione manutenzione

Per definire il livello di qualità e quantità di informazioni da produrre vengono individuati i LOD (Level Of Development).

Storicamente, nella pratica consolidata del lavoro in ambito CG, per LOD si intendono i Level Of Details di un oggetto 3D nella simulazione di spazio virtuale. Semplificando, se l’oggetto è molto lontano dall’osservatore presenta pochissimi dettagli/informazioni quindi è molto leggero da gestire, mano a mano che si avvicina all’osservatore si arricchisce di dettagli/informazioni diventando sempre più pesante ma contemporaneamente di grande qualità visiva.
I Level Of Development presentano un altro approccio perché sono interessati alla qualità delle informazioni durante il processo piuttosto che alla quantità di dettagli derivanti: potrei avere un dettaglio molto alto del componente ma un livello molto basso di maturità/qualità dell’informazione.
Facendo un esempio, nella primissima fase di progettazione degli spazi probabilmente saprò quanti posti a sedere vanno previsti, e indicherò i posti nel software BIM posizionando dei tavoli e delle sedie. In questa fase non è importante il tipo di sedia ma solo la sua posizione, eppure è probabile che vengano inseriti oggetti 3D molto dettagliati di arredo presi da librerie già disponibili. Ecco che apparentemente ho una descrizione molto dettagliata di un elemento di progetto che invece non ha alcuna qualità di informazione perché in questa fase il modello della sedia da acquistare non è stato neanche preso in considerazione.
Nell’approccio dei Level Of Details invece è molto semplice: se sono lontano la sedia è probabilmente una sagoma generica e poi, avvicinandomi, diventa più definita nelle parti e nei materiali, fino ad essere completamente descritta nelle sue forme più dettagliate e nei materiali più realistici.

Come già detto l’attenzione del BIM va alle informazioni nella loro natura più generica, pertanto il LOD è composto sia dal LOG (il livello di dettaglio delle forme geometriche) sia dal LOI (il livello di dettaglio delle informazioni generiche).
Questo significa che di un componente, ad esempio un elmento di impianto, posso avere una descrizione LOG piuttosto schematica insieme ad un LOI estremamente specifica e matura che identifica la scheda tecnica del componente da installare, completa in ogni sua parte descrittiva.

Ci sono varie normative di standardizzazione dei processi BIM nel mondo. Le più consistenti sono la PAS 1192 inglese e la AIA G202 americana. I principi del LOD sono gli stessi anche se presentano classificazioni diverse: la normativa PAS identifica i LOD in una scala da 1 a 7; la classficazione AIA presenta una scala da 100 a 500.

I LOD nella norma UNI 11337 presentano una classficazione di sviluppo che va da A a G:
LOD A > simbolico
LOD B > generico
LOD C > definito
LOD D > dettagliato
LOD E > specifico
LOD F > eseguito
LOD G > aggiornato

Come si vede bene il livello di dettaglio di descrizione geometrica dei componenti si ferma sostanzialmente al LOD D, quando, a livello di fase progettuale, la descrizione ha raggiunto una maturità esecutiva. Nel LOD E l’informazione passa da dettagliata a specifica (la finestra dettagliata in progetto viene individuata in uno specifico prodotto da ordinare a montare). Nel LOD F l’informazione diventa confermata in as-built (una volta montata viene confermata che proprio quel modello di finestra è stata utilizzata) e nel LOD G, durante la vita dell’opera, viene eventualmente aggiornata l’informazione nel caso di interventi (se la finestra, per successivi interventi, viene sostituita con un altro modello).

L’approccio Development dell’informazione è perfetto in un processo progettuale, in cui la qualità e maturità dell’informazione cresce parallelamente alle fasi di sviluppo del progetto, ma è diametralmente opposta all’approccio di rilievo di un oggetto in cui, invece, la qualità dei Details cresce mano a mano che approfondisco la sua conoscenza tramite indagini sempre più approfondite. Il LOD F as-built prevede una conoscenza praticamente esaustiva dell’oggetto aggregando informazioni che sono disponibili perché scelte in fase di progettazione/esecuzione; in un approccio di rilievo della realtà le informazioni disponibili invece sono sempre parziali, relative a quanto posso indagare dell’oggetto, spesso limitatamente alle porzioni ispezionabili o campionamenti localizzati in sondaggi, ben lontano dalla quantità prevista da un LOD F. Nell’approccio del rilievo il concetto di LOD è quello di miglioramento del dettaglio da una conoscenza grossolana “lontana” a una sempre più dettagliata indagine e rappresentazione dell’oggetto da “vicino” che non sarà mai nè completa nè perfetta.

I LOD si adattano bene ad ogni elemento del processo informativo (componenti, spazi, edifici, macchine, etc..) sfruttando lo strumento informatico del database in continua evoluzione: di fatto il processo informativo diventa un continuo sviluppo delle informazioni nella loro quantità di dettaglio e nella loro qualità di maturità e affidabilità.

I LOD possono essere diversi per ogni disciplina nelle varie fasi del processo. In sede di CI e di oGI/pGI è fondamentale individuarli completamente tramite una tabella detta matrice dei LOD.

^


Le figure professionali

Affrontando tutti gli aspetti dell’approccio BIM la norma UNI 11337 si interessa anche alle figure professionali coinvolte nel processo informativo. L’approccio BIM richiede delle competenze e una formazione specifica per gestire correttamente le fasi del processo così la normativa prevede diverse figure: BIM manager | BIM coordinator | BIM specialist | CDE manager.

Il BIM Manager gestisce il processo informativo nel suo complesso, al più alto livello gerarchico, si relazione direttamente con il committente/offerente/affidatario, redige i documenti informativi (CI, oGI, pGI) e supervisiona l’intero sviluppo della commessa ma non interviene direttamente nella creazione e gestione dei contenuti informativi.

Il BIM coordinator gestisce la squadra impegnata direttamente nello sviluppo el processo informativo, principalmente i diversi BIM specialist, assicurandosi la funzionalità dello scambio e della qualità delle informazioni. Non crea direttamente le informazioni ma ne controlla il coordinamento e la coerenza.

Il BIM specialist è la figura direttamente impegnata nel creare/gestire i contenuti informativi tramite l’uso di uno o più software di BIM authoring.

Il CDE Manager si occupa della configurazione del Common Data Environment, lo spazio informatico condiviso, e ne garantisce il corretto funzionamento durante tutto il processo informativo. Non si occupa dei contenuti informativi ma piuttosto della loro forma, posizione, accessibilità e sicurezza.

Le diverse figure mettono in chiaro che il BIM è un universo molto più ampio del semplice software di authoring 3D. Non è necessario che ad ogni figura corrisponda uan persona fisica: in realtà professionali più piccole una persona sola può coprire diversi, o anche tutti i ruoli.
La norma UNI 11337 resta una norma di standardizzazione volontaria, pertanto non c’è attualmente un registro di certificazione unico nazionale di riferimento. Esistono diversi enti autorizzati a rilasciare certificazioni che possono essere considerate valide a soli fini curriculari personali.

^


Opere a 7D

L’approccio BIM prevede la gestione completa dell’ambito informativo di un’opera e non si limita alle sole dimensioni geometriche spaziali ma estende l’ambito di competenza alle cosiddette 7 dimensioni:
4D > tempo (la programmazione delle fasi durante il tempo)
5D > costi (connessione diretta fra LOD e computi metrici/estimativi)
6D > uso, gestione, manutenzione (sviluppo del database BIM dell’opera durante tutta la sua vita)
7D > sostenibilità (previsione delle informazioni necessarie allo sostenibilità ambientale: - capacità di valorizzare l’ambiente | sostenibilità economica – capacità di generare reddito e lavoro | sostenibilità sociale – capacità di generare benessere per l’uomo)

Oltre alle 7 dimensioni normate, ad oggi esiste un dibattito aperto sulle tre nuove dimensioni del BIM:
8D – sicurezza in fase di progettazione e realizzazione dell’opera
9D – costruzione snella
10D – industrializzazione delle costruzioni.

^


WBS (Work Breakdown Structure)

Per la sua progettazione ed esecuzione l’opera viene scomposta in livelli sempre più dettagliati tramite diversi possibili criteri: fasi | lavorazione | spaziale.
Anche la norma UNI 11337 individua diversi criteri per scomporre l’opera tramite AFO (Ambito Funzionale Omogeneo) / ASO (Ambito Spaziale Omogeneo)

^


Analisi

La norma prevede diversi sistemi di allineamento e coordinamento delle varie informazioni prodotte dalle diverse discipline con diversi livelli di controllo e verifica.
La Clash Detection verifica possibili interferenze fra sistemi diversi che collidono fisicamente in punti di contatto.
Il Model e Code Checking verifica il corretto flusso delle informazioni e delle sue codifiche.

^